Lontano nel poema
– Specialmente il mattino conduco nel poema per mano una donna
trema annusa il vento rosso quando soffia è una povera donna
mi dico e la conduco per mano lontano nel poema.
Che ne dici di un te!? mi domanda e io penso tranquillo
a jose lezama lima. Che ne dici di un film!? domanda ed io
mi ricordo il padre mentre leggeva la vita di bonaparte il mattino
in cui se ne era andato.
Però nessuno può essere estraneo. E chi crede ancora
che il papavero litiga con me non sa proprio niente.
E che mattinata in cui volano lampadari che mattinata
mi dico. E come avanza tranquilla questa donna ora
nel poema.
I poemi in cui non ci sono
E compaio all’alba al portone di un ospedale.
„Hai anche tu una donna, potresti essere a casa con lei!”, mi dice
il portiere rossiccio che odia le piogge ed è vecchio
quanto il cimitero di borca.
Io non rivolgo i suoi occhi verso questo portone chiuso
gli dico
io non sorrido mai alle pedine sulla scacchiera
lasciami entrare io amo soltanto la regina.
„Hai anche tu una donna, potresti essere a casa con lei!”, prosegue
il portiere rossiccio che odia le piogge ed è vecchio
quanto il cimitero di borca.
Piccola e rigida si intravede una bambola di là. Piccola
e rigida premurosa sola. Lasciami entrare dico
io amo soltanto la regina.
„Hai anche tu una donna, potresti essere a casa con lei!” dice.
Un uomo fortunato a domani
Uno alla volta escono dalla casa e sono giovani
amorevolmente la morte li guarda e li lascia in pace
per un po’ di tempo.
Alienata la polvere si abbandona sui tuoi seni e la bugia
si fa presto il segno della croce. Non ti spaventi
guardi ancora il profeta (dietro a lui fugge sempre
una pelle di cane).
Segno su un libro: il latino ambiens quando
tutto gridava in te. Che felici e domestici
e pratici siete – e non ho nemmeno pietà! Come se
la cornacchia o l’albatro fossero preferiti.
Una sonata di mozart subito dopo cena.
Segno su un libro: un uomo fortunato fino a domani.
Uccelli rapaci
-Tutti i libri di cui mi parli
pian piano si transformano in uccelli rapaci. Lo stesso
in un porto antico tutte le donne che io conoscevo
diventavano dopo un tempo regine. „Era un uomo solo e
all’angolo della strada lo aspettava una carrozza”,
nessuna di loro
lo dirà. Le potrei descrivere a turno
in un paesaggio con grembiuli verdi o sporchi
felici tra i particolari libreschi.
Uno spirito triste sopra una carne triste ormai.
Perciò parlo: per non spaventarmi degli uccelli rapaci
un lago di parole tra te e me credendo alquanto
di avere un’esistenza reale.
Viene la sera e tu sei insaziabile tutto ciò che ho detto
diventa senza importanza entro in casa.
L’arancia che divideremo gira all’impazzata.
Il negozio dalle ragazze morte
Qualcosa comunque ho detto anche prima di nascere
viaggiando triste tra le parole di mia madre e quelle di mio padre
nelle lunghe notti quando i lupi non ululavano più sille montagne. Perché
non vai via dal trambusto che fanno i tuoi rumorosi amici
in una grande città
via sempre dalla tua vita con le sue bestie sconosciute.
Una bottega con ragazze morte! Il freddo e gli autunni di tutti
i baci; fin quando non ho trovato nel porto di sulina un greco olivastro
che mi ha portato dalle donne. Ho guardato soltanto / E il loro sangue
si alzava sopra quella bottega come uno stendardo
per i morti e gli orfani / Un profeta* in quei giorni o forse
soltanto wagner ascoltato per derisione.
E ripeto: qualcosa comunque avevo detto anche prima della nascita
Trad. de Bruno Rombi